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Secondo acconto IRPEF dal 730: Come e perché chiedere di non trattenerlo in busta paga

Secondo acconto IRPEF: Comunicazione entro il 10 ottobre
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Salvatore Filacchione

Dottore commercialista - Dirigente Caf Fenalca

Con l’avvicinarsi della scadenza per il secondo acconto IRPEF, molti lavoratori dipendenti e pensionati che hanno presentato il modello 730 si interrogano sulla possibilità di evitare la trattenuta in busta paga. Si tratta di un’opzione concreta e prevista dalla normativa, che consente di gestire con maggiore flessibilità la propria situazione fiscale, soprattutto in previsione di una riduzione del reddito. Vediamo nel dettaglio come funziona questa operatività, chi può richiederla, entro quali termini e per quali motivazioni.

Cos’è il Secondo Acconto e perché si paga

Il secondo acconto IRPEF e della cedolare secca è una delle due rate (la seconda, appunto) che i contribuenti sono tenuti a versare allo Stato come anticipo sulle imposte che si presume saranno dovute per l’anno in corso. Il calcolo di questi acconti viene effettuato sulla base dell’imposta relativa all’anno precedente, così come liquidata nel modello 730. La trattenuta di questo importo viene effettuata direttamente dal sostituto d’imposta (il datore di lavoro o l’ente pensionistico) nella busta paga di novembre.

Chi può richiedere la non trattenuta e quando

Tutti i lavoratori dipendenti e i pensionati che ricevono il conguaglio fiscale in busta paga tramite il modello 730 hanno la facoltà di chiedere al proprio sostituto d’imposta di non trattenere, o di trattenere in misura inferiore, il secondo acconto.

La richiesta deve essere presentata in forma scritta al proprio datore di lavoro o ente pensionistico entro il 10 ottobre dell’anno di riferimento. È fondamentale rispettare questa scadenza per consentire al sostituto d’imposta di elaborare correttamente le buste paga del mese di novembre.

Le ragioni per cui richiedere la sospensione della trattenuta

La principale motivazione che spinge un contribuente a richiedere la non applicazione della trattenuta è la previsione di un reddito inferiore per l’anno in corso rispetto a quello dell’anno precedente. Questo può accadere per svariate ragioni, tra cui:

  • Perdita del posto di lavoro o periodi di cassa integrazione: Una riduzione dell’orario di lavoro o la cessazione del rapporto lavorativo comportano inevitabilmente una diminuzione del reddito complessivo.
  • Minori redditi da lavoro autonomo occasionale o da altre fonti: Se nell’anno precedente si sono percepiti redditi extra che quest’anno non si avranno.
  • Sostenimento di maggiori oneri deducibili o detraibili: Spese mediche significative, interventi di ristrutturazione edilizia o altre spese che danno diritto a detrazioni possono abbattere l’imposta dovuta.
  • Variazioni nel nucleo familiare: Ad esempio, la nascita di un figlio a carico che aumenta le detrazioni spettanti.

In sostanza, se si prevede che l’imposta da versare a saldo per l’anno in corso sarà inferiore a quella dell’anno precedente, chiedere di non versare l’acconto evita di anticipare somme che altrimenti risulterebbero a credito nella successiva dichiarazione dei redditi.

Come presentare la richiesta al sostituto d’imposta

La richiesta va formalizzata attraverso una comunicazione scritta indirizzata al proprio datore di lavoro o ente pensionistico. Non esiste un modello standard obbligatorio, ma è consigliabile includere i seguenti dati:

  • Dati anagrafici del richiedente (nome, cognome, codice fiscale).
  • Dati del sostituto d’imposta.
  • L’oggetto della comunicazione, ad esempio: “Richiesta di non applicazione della trattenuta del secondo acconto IRPEF e/o cedolare secca derivante dal modello 730/20XX”.
  • La chiara manifestazione di volontà di non volere la trattenuta in busta paga del secondo acconto.
  • Data e firma.

È sempre opportuno conservare una copia della richiesta presentata.

Cosa succede se la previsione si rileva errata?

È importante sottolineare che la richiesta di non trattenere l’acconto avviene sotto la propria esclusiva responsabilità. Se, a consuntivo, l’imposta dovuta per l’anno in corso dovesse risultare superiore a quanto previsto e l’acconto non versato si rivelasse invece dovuto, il contribuente sarà tenuto a versare la differenza. Su tale importo non pagato saranno applicate le sanzioni e gli interessi previsti dalla legge.

Pertanto, è fondamentale effettuare una stima quanto più possibile accurata dei propri redditi e delle imposte che si andranno a pagare, magari con l’ausilio di un consulente fiscale o di un CAF, prima di procedere con la richiesta di non trattenuta. Prenota un appuntamento presso i nostri uffici per verificare la gestione dei tuoi acconti di imposte.

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